BARCIS
L'acqua, la terra, il cielo
Realizzato da Belle Epoque Film
Durata 10 minuti e 30 secondi
Questo lago bellissimo, con questa luce azzurra, con questa corona di montagne intorno che non possono non far sentire a ciascuno questo come un luogo proprio, quindi come un luogo universale. E universale è la poesia, universale è questa bellezza che fa esclamare ad una persona che mai c'era venuta "Che bel posto"
Vittorio Sgarbi
Viaggio a Barcis Scritto e diretto da Claudia Brugnetta
Realizzato dalla Sede RAI Regionale Friuli Venezia Giulia / durata 56 minuti
Voci del lago e lussureggianti colori raccontano il passato e il presente di una delle perle tra le più incantevoli della Valcellina, durante il corso di un intero anno, per cogliere ogni sfumatura da gennaio a dicembre. Le abbondanti nevicate, il risvegliarsi della flora e della fauna, i silenzi della natura, lo sciabordio delle acque mosse dai venti gelidi, le memorie degli anziani e quelle dei giovani: tutto gira intorno a questo piccolo specchio d’acqua immerso nelle Dolomiti friulane dal colore particolare, quasi unico. È il lago Aprilis, situato nella conca di Barcis, meta ideale per vacanze e week-end tranquilli per chi desidera riposare nel verde di una natura rassicurante; ma anche vivace punto di riferimento per chi ama praticare sport di varia natura, compresi quelli nautici. Il filmato illustra anche la storia della nascita del lago Aprilis, dal singolare color smeraldo, che è stato creato artificialmente nel 1954 come bacino idroelettrico. Ripreso anche in “camera-car” il paesaggio davvero particolare per le gigantesche sculture rocciose e pareti strapiombanti della “Riserva Naturale della Forra del Cellina”, dove si incontrano le due vecchie strade di collegamento con il paese di Andreis e con la Valcellina. Nel filmato si racconta anche della vecchia strada: emblema di un grande passaggio storico. Infatti prima della sua costruzione, la gente del paese viveva in completo stato di isolamento e l’economia si basava prevalentemente sullo sfruttamento dei boschi, sul pascolo e sulla fienagione. I trasporti di cose e persone avvenivano sui dorsi dei muli o a piedi. Le comunicazioni con i centri principali della pedemontana e della pianura erano affidate alla reti dei sentieri, utilizzando in particolare una mulattiera. Barcis è anche un’isola linguistica e il suo dialetto ha ispirato molte villotte e poesie al suo poeta più grande: Giuseppe Malattia della Vallata. Alcuni scritti recitati sia in italiano che in barciano punteggiano il filmato che culmina nel racconto di estati vivaci e ricche di incontri culturali. Anche l’autunno non è da meno, tra feste nei borghi e castagnate sotto il campanile. E intanto le telecamere riprendono il nuovo inverno che torna con le prime gelate, mentre Barcis si riammanta di bianco e di suggestioni e luci quasi surreali.
La notte di San Giovanni Realizzato da Christian Canderan
Presentazione e commento di Lorenzo Padovan / durata 27 minuti
Ogni anno il 23 giugno una magica notte illumina il lago di Barcis, “la notte di San Giovanni”. Sin dai tempi remoti il cambio di direzione che il sole compie nel solstizio d’estate è visto come un momento particolare e magico. In questo giorno la luce raggiunge il massimo della sua potenza, per iniziare da lì il suo lento declino. Il calendario liturgico ha legato al solstizio estivo la festa di San Giovanni Battista, in connessione diretta con il Natale che seguirà sei mesi dopo. La notte della vigilia di San Giovanni era tempo di pronostici, di rituali, di raccolta d’erbe medicamentose. L’attesa del sorgere del sole era propiziata dai falò rituali. In una suggestiva fusione tra sacro e profano il “mazzo di San Giovanni” viene portato in chiesa dove, al canto dei Vesperi solenni in latino, viene benedetto. Dalla chiesa in corteo ci si trasferisce nel piazzale di Palazzo Centi dove avverrà la conta dei grani di sale e dei fili di saggina per rallentare il viaggio delle streghe. Si potrà rivivere la notte dalle magiche virtù tra canti, balli, erbe di San Giovanni, acqua benedetta e degustazione di pane e frittate fatte con le erbe di Barcis. Per finire lo spettacolo pirotecnico sul lago. Con il fuoco si mettono in fuga le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Questa è la notte in cui il visibile e l’invisibile si compenetrano e accadono fenomeni dove sogno e realtà si confondono. Nel cielo si possono vedere sciami di streghe volare; forze del bene e forze del male si contrastano. Per neutralizzarne gli influssi negativi si usano l’acqua e le erbe miracolose consacrate al Battista. L’acqua è soprattutto quella della rugiada della magica notte; vale quanto l’acqua benedetta il giorno dell’Epifania. Le erbe e le piante sacre sono generalmente nove; non manca mai l’iperico, chiamato anche “erba di San Giovanni”. In questa magica atmosfera avvengono prodigi: le acque trovano voci e parole cristalline, le fiamme disegnano nell’aria scura promesse d’amore e di fortuna, il male si dissolve sconfitto. Allo spuntar del sole si scelgono e si raccolgono i fiori bagnati dalla rugiada. Ci si bagna nella rugiada. Perlomeno gli occhi, perché la rugiada, caduta tra la notte e l’alba, è purificatrice. È qui, nella notte di San Giovanni, che convergono i poteri della luce, del fuoco, delle acque e della terra feconda d’erbe, frutti e fiori.