La storia di Barcis come quella della quasi totalità di centri della fascia alpina e prealpina europea è anche storia di emigrazione.
La mobilità dal centro della valle è attestata già nell'Ottocento con la presenza di un'intensa e prima forma di spostamento costituita dal commercio ambulante; essa era legata principalmente allo smercio di minutaglie e di prodotti realizzati nel centro produttivo fabbrile di Maniago. Spostamenti migratori si protraggono in seguito per tutto il Novecento, seguendo il corso delle differenti correnti delineatesi nel panorama friulano e italiano, fino a spegnersi negli anni Settanta del secolo scorso dopo aver contribuito in misura massiccia e sostanziosa allo spopolamento montano, che a Barcis, tra gli anni Venti e Trenta, raggiunge indici tra i più elevati dell'intero Friuli.
Gli abitanti di Barcis assecondano l'una o l'altra destinazione: dagli anni Dieci si inseriscono nei flussi oltreoceanici dirigendosi principalmente negli Stati Uniti, dove la parte maschile dei migranti si impiega in parte nelle miniere dell'Ohio e dell'Illinois, ma giungono marginalmente anche nell'America del Sud come in Argentina. La partecipazione significativa all'importante fenomeno socio-economico si concretizza tuttavia in Europa dove Barcis accorda i suoi trasferimenti più significativi tra il primo e il secondo dopoguerra: barciani sono presenti numerosi in Belgio, dove ancora svolgono per lo più attività in miniera, ma pure Francia e Lussemburgo contano nutrite comunità.
Gli abitanti partono dal centro valligiano e da tutte le sue borgate; si assentano giovani celibi e interi nuclei famigliari, che si ricongiungono in varia modalità all'estero; non di meno è significativa la mobilità interna femminile che vede giovanissime nelle principali città italiane come donne di servizio.
La storia dell'emigrazione affianca e incrocia, dunque, la storia della comunità del paese valcellinese; essa è fatta a sua volta di rientri, di lunghe sospensioni legate a doppie appartenenze e di abbandoni definitivi. Il tessuto paesaggistico e abitativo e i modelli culturali visibili e reali, oggi, costituiscono uno specchio di avvenimenti passati e portano il segno parimenti di quel "battere e levare" che per decenni connotò il paese. (Nadia Boz)
Per approfondimenti, N. BOZ, Parà via. L'emigrazione da Barcis, Comune di Barcis 2004 (presentazione di G. P. Gri)
Il tema del volume è l'emigrazione da Barcis che viene affrontata in una prospettiva storica e raccontata ai lettori attraverso le testimonianze dei protagonisti, i dati d'archivio, le immagini e i documenti appartenuti ai migranti. La ristampa della prima edizione del 2004 esce nel 2011 ampliata di un'aggiunta, Andare altrove (e tornare), riguardante lo stretto rapporto esistente tra attività dei venditori girovaghi di Barcis e Distretto fabbrile di Maniago tra Ottocento e Novecento.
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